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I social terreno di confronto tra superpotenze: il caso TikTok

In questi giorni cade il decimo compleanno di “The social network”, il (bel) film di David Fincher che racconta l’ascesa di Facebook, e approfondisce alcuni aspetti della personalità del suo fondatore, Mark Zuckerberg.

In 10 anni dall’uscita del film, e di più dalla nascita del primo strumento che gli dà il titolo, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, ed è interessante vedere non solo come oggi i diversi social siano pervasivi nella società e nelle vite di miliardi di persone, ma siano diventati anche terreno di scontri internazionali e diplomazia.

TikTok: cos’è e perché se ne parla tanto

Molto interessante in questo senso è quanto ruota attorno a TikTok in questo periodo. Per chi non lo sapesse (crediamo pochi) TikTok, noto anche come Douyin in Cina, è un social network cinese lanciato nel settembre 2016.

Attraverso l’app, gli utenti possono creare brevi clip musicali di durata variabile (fino a 15 o fino a 60 secondi) ed eventualmente modificare la velocità di riproduzione, aggiungere filtri ed effetti particolari ai loro video. Ad agosto 2020, TikTok, escluso Douyin (che da solo fa circa 500 milioni di utenti), ha superato 1 miliardo di utenti in tutto il mondo, arrivando a questo risultato in meno di quattro anni con una crescita esponenziale.

Lo scontro tra Cina e Usa per il controllo dell’App

Un social ormai di grandissimo successo dunque, ma proprio la sua origine cinese ne ha fatto un argomento di scontro internazionale. Tutto è iniziato la scorsa estate, quando il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato di voler vietare l’applicazione, in quanto la raccolta di dati personali degli utenti metterebbe a rischio la sicurezza nazionale.

TikTok e alcune aziende americane per evitare che il social network cinese fosse vietato, hanno avviato una partnership: Oracle e Walmart hanno presentato una bozza di accordo e Trump l’ha approvata posticipando l’entrata in vigore del divieto a TikTok, per dare alle parti più tempo per concludere l’affare. Affare (di fatto una cessione dei diritti negli Stati Uniti) che però non è ancora stato perfezionato, per cui il rischio di uno stop al social è ancora presente.

Una società americana punta all’acquisizione

Oracle e Walmart puntano a creare una nuova società, TikTok Global, che avrà base negli Stati Uniti e gestirà le operazioni del social network per gli utenti negli Stati Uniti e per “gran parte degli utenti nel resto del mondo”. Secondo le due aziende TikTok Global “sarà posseduta per la maggioranza da investitori americani”.

In un comunicato in cinese però ByteDance, società che ha creato ed è proprietaria del social,  ha scritto che manterrà una quota dell’80 per cento in TikTok Global e che le notizie secondo cui la nuova società avrà una proprietà a maggioranza americana sono dicerie. Su questo punto alcuni analisti, oltre che la Casa Bianca, hanno cercato di mettere d’accordo le due versioni.

Uno spunto per alcune riflessioni sul ruolo dei social: 1° la loro infiltrazione nella società

Al di là di come si concluderà il caso, esso offre lo spunto per alcune riflessioni. La prima è come oggi i social network abbiano un ruolo pervasivo e di infiltrazione nella società e nelle nostre vite, da essere diventati tema di confronto internazionale come decenni fa lo erano gli armamenti e le dispute territoriali.

Il fattore principale che porta a questo livello di importanza dato all’argomento è proprio la capacità che un social network di successo ha di raccogliere i dati di milioni, miliardi di persone: dati anagrafici, ma anche preferenze, abitudini, inclinazioni.

Oggi, in piena campagna elettorale per le elezioni del presidente degli Stati Uniti, si parla di Tiktok, ma quattro anni fa al centro dell’attenzione era il caso Cambridge Analytica, che coinvolse Facebook e legato proprio a un uso spregiudicato di questi dati.

2° aspetto: la nostra difficoltà a comprendere il valore dei dati personali

Un altro aspetto, intimamente legato al precedente, è una scarsa percezione che gli utenti hanno rispetto all’importanza dei loro dati, di ciò che affidano ai social e dell’uso che potrebbe esserne fatto. In questo sono alcuni dei principali network che stanno prendendo provvedimenti per arrivare a una maggiore sensibilizzazione, Facebook in primis proprio dopo la “scottatura” del caso Cambridge Analytica.

3° aspetto: l’impossibilità (o quasi) di fermare un social di successo

Infine, l’impressione è che difficilmente i proclami del Governo statunitense potranno arrivare a una vera messa al bando di TikTok: un network da un miliardo e mezzo di utenti oggigiorno ha un’importanza e un peso socio-politico (non pensiamo solo ai profili personali, ma anche al fatto che ormai attraverso i social comunicano aziende, società e anche gli enti pubblici) quasi impossibile da contrastare, anche da una superpotenza. Soprattutto se a sostegno della parte “avversa” c’è un’altra superpotenza mondiale.

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